PSICOTERAPIA
INTERVENTI PSICOTERAPEUTICI
L’approccio Psicoterapico, oltre al colloquio anamnestico iniziale collegato alla somministrazione dei tests psicometrici, si avvale di più indirizzi terapeutici:
Psicoterapia cognitivo comportamentale:
La psicoterapia cognitivo-comportamentale (PCC) sta assumendo il ruolo di trattamento psicologico d’elezione per la stragrande maggioranza dei problemi psicologici, emotivi e comportamentali.
Tale approccio terapeutico, basato sul colloquio e sulla verbalizzazione dei conflitti, postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando come molti dei nostri problemi (tra i quali quelli emotivi) siano influenzati da ciò che facciamo e ciò che pensiamo nel presente, qui ed ora.
Questo vuol dire che agendo attivamente ed energicamente sui nostri pensieri e sui nostri comportamenti attuali, possiamo liberarci da molti dei problemi che ci affliggono.
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Psicoterapia familiare sistemica:
La psicoterapia familiare è una tecnica di trattamento psicologico dei disturbi e dei problemi della famiglia. Secondo questo approccio teorico e metodologico infatti, non si possono studiare dati e persone senza considerare la dinamica interattiva e il contesto in cui hanno vita gli scambi relazionali: essi a volte possono esprimersi in manifestazioni di disagio dell’intero nucleo familiare o nello sviluppo di sintomi psicopatologici da parte di uno o più membri.
Una famiglia si compone di diverse unità, che si relazionano all’intero “sistema famiglia”, stimolandolo, ed essendone stimolati.
Ogni unità, pur condividendo con i familiari una vita di relazione, conduce anche esperienze esterne alla famiglia (scuola, lavoro, tempo libero etc.), ma i comportamenti individuali sono comunque regolati dall’organizzazione-famiglia, che può essere più o meno aperta alle informazioni e alle energie provenienti dal mondo esterno.
Per questo la terapia consiste nella convocazione della famiglia al completo, con l’obiettivo di mettere in luce tutti i conflitti più evidenti fra i membri, per correggere gli atteggiamenti anomali di ciascun componente, migliorando la formula di convivenza e liberando così il ‘malato’ (cioè il familiare che è stato in qualche modo designato ad esprimere i disagi vissuti da tutto il gruppo-famiglia) dalle tensioni legate alla sua condizione di “capro espiatorio”.
Altro obiettivo è quello di migliorare la comunicazione all’interno del gruppo-famiglia, cioè le modalità con le quali soggetti si scambiano messaggi verbali e non verbali, influenzandosi reciprocamente, al fine di rendere stabili i cambiamenti ottenuti.
Oltre che nei casi di psicosi, oggi questo tipo di terapia viene molto utilizzato per i disturbi del comportamento alimentare (Anoressia e Bulimia), di comportamento violento, di assunzione di alcol o di droghe, di problemi psicologici connessi a malattie fisiche.
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Psicoterapia ad integrazione corporea:
La psicoterapia ad integrazione corporea o IBP (Integrative Body Psychotherapy) è una disciplina che utilizza la “via emotiva” come chiave di apertura delle porte chiuse ossia dei blocchi psico-emotivi, consci o inconsci che siano.
Questo sblocco psicoemotivo avviene tramite l’utilizzo di alcune metodiche di rilassamento e consapevolizzazione che vengono attuate durante la seduta in maniera diversificata in funzione delle problematiche e della capacità di introspezione del soggetto; è una tecnica di massaggio che serve a soddisfare il bisogno di organicità del paziente.
Associata alla comunicazione di messaggi, verbali e non, permettono al terapeuta l’utilizzo di tecniche bioenergetiche atte al riequilibrio del paziente nelle sue componenti essenziali: corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, organizzazione dell’io.
Il massaggio psicoterapeutico parte dal presupposto di entrare in contatto con la persona e con i suoi vissuti attraverso il “corpo” del paziente stesso.
É una forma di contatto che può aiutare a ricostruire l’immagine di se stessi e del proprio schema corporeo con tutte le implicazioni ad esso correlate: Fisiche, Emotive, Psichiche, Socio-Relazionali.
Esiste quindi una stretta correlazione tra sensazioni cutanee, emozioni, psiche, sistema neurovegetativo, sistema neuroendocrino e sistema immunitario: forti impatti emotivi o l’assenza di stimoli adeguati paralizzano queste attività ed inducono una atrofia delle rispettive strutture.
Nell’aspetto mentale, la percezione di sé creata con il massaggio può portare ad un “ampliamento della presa di coscienza” della persona portandola a riformulare stati emozionali che con la terapia verbale non è possibile ottenere.
In questo tipo di psicoterapia si passa quindi dalla parola al gesto: non c’è più solo il dialogo, come in altre forme di psicoterapia, ma vi sono anche il “corpo-paziente” e il “corpo-terapeuta” dove quest’ultimo diventa il catalizzatore dell’evoluzione del paziente.
Queste implicazioni psico-emotive rendono necessario un incessante e continuo lavoro di analisi, anche da parte degli psicoterapeuti, dei propri vissuti psichici e corporei che interagiscono con quelli del paziente che rappresentano “la storia” del vissuto della persona, investito dei fantasmi affettivi e dei conflitti psicologici dell’infanzia e del suo passato che su di lui si sono impressi di qui l’importanza a livello terapeutico della contemporanea presenza di un terapeuta di sesso maschile e di uno di sesso femminile onde favorire il contatto emotivo catartico (crisi di pianto, contatto delle mani, abbraccio, ecc…) e liberatorio senza la presenza di fraintendimenti e di coinvolgimenti emotivi che travalichino il significato ed il tempo della seduta terapeutica.
Oltre a ciò la duplice presenza, maschile e femminile, permette un gioco di alleanze e di scarico delle conflittualità, consce o inconsce che siano, a seconda del tipo di transfert instauratosi con i rispettivi terapeuti, baypassando in tale modo la “schizofrenicità” di un “ruolo terapeutico” visto contemporaneamente come “buono” e “cattivo” a seconda dell’accoglienza o del necessario rifiuto che alle volte, in un cammino terapeutico, il terapeuta stesso deve assumere.
La comprensione dello stato emotivo del paziente attraverso un “ascolto empatico” ci permette di individuare più facilmente le strategie terapeutiche per aiutarlo e permettergli di superare la sofferenza ed il disagio psicologico: per aiutarlo in questo passaggio vengono spesso usati olii essenziali o spagirici specificamente indirizzati al problema od essenze floreali mirate (aromaterapia).
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